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Il linguaggio del corpo e il carattere
Fin da piccoli, per far fronte ad un ambiente che non dà spazio ai nostri bisogni, impariamo a bloccare alcune parti di noi, quelle parti che non sono accettate dagli altri. Per esempio, molte volte, fino da bambini, proviamo rabbia che vorremmo esprimere. Ma può accadere che la nostra aggressività non sia accettata dai genitori, dagli amici e dalla società, così, impariamo a bloccarla a livello psicologico.
Se queste modalità si ripetono nel tempo, il blocco emotivo la contrattura fisica si cronicizzano. Con lo scorrere degli anni, l’uomo diventa prigioniero di una “corazza” muscolare e caratteriale formata da tutti quegli atteggiamenti sviluppati per bloccare il corso delle emozioni. L’energia si blocca nelle parti del corpo coinvolte che diventano sede di tensioni e conflitti emotivi.
Carattere e linguaggio del corpo
Freud trattava le resistenze analizzando il dire e il fare. Reich osservava il comportamento: posture, gesti, atteggiamenti, ovvero il linguaggio del corpo. Egli formulò per primo la teoria coerente del carattere, ricreò l’unità biopsichica dell’uomo, ed una integrazione tra psicoanalisi e medicina.
Le difese del carattere (temperamento) costruiscono delle barriere contro tutte le emozioni classificate pericolose; queste difese vennero chiamate corazze caratteriali. L’accumulo di tensioni è da imputare già alla prima infanzia, e interessante fu la correlazione tra la corazza caratteriale psichica e quella somatica.
Bastava in fondo invertire i fattori per ottenere un risultato. Allora, anziché agire sul blocco psichico, si poteva provare ad agire sulla corazza somatica corrispondente. D’altronde lavorare direttamente sul corpo (zona della proiezione delle cause) rendeva l’opera più semplice e verificabile. La sua sperimentazione lo portò a felici constatazioni; difatti ogni volta che una corazza muscolare veniva sciolta, affioravano le remote cause psicologiche.
I segmenti dell’armatura: la corazza caratteriale
Uno dei problemi delle cosiddette resistenze, il cui studio costituì per Reich un punto di partenza, è in realtà relativo al fatto che non è possibile condurre una psicoterapia davvero efficace se non si tiene conto e non si restituisce al paziente la sua corporeità. Ciò che accade nella mente avviene anche nel corpo, che è il “luogo” della nevrosi.
La frustrazione comporta un’emozione più o meno intensa ed ogni emozione viene sempre trattenuta nella muscolatura attraverso dei blocchi del respiro. Si delinea così l’esistenza di un legame molto stretto tra le tensioni vissute, le difese che esse attivano nelle diverse persone e la formazione della struttura del carattere di un individuo.
Reich delinea una visione olistica dell’uomo al cui interno, il mondo corporeo della persona, è considerato il “come” psichico, emotivo, comportamentale ed affettivo. Il nostro campo corporeo è allo stesso tempo il nostro campo psichico, l’individuo è uno, corpo/mente, non separabili.
Reich è, non a caso, considerato anche colui che ha posto le basi per lo sviluppo della psicosomatica. Esiste secondo Reich, una identità funzionale tra corpo mente, due entità non più separabili e mosse o bloccate dalla stessa energia, da lui definita “orgone”, un termine per definire la “pulsazione vitale” dell’individuo.
Cos’è l’orgone: la pulsazione vitale
L’orgone è un termine per definire non solo la “pulsazione vitale”, che nell’uomo si manifesta sotto forma di libido (intesa come energia psichica e non sessuale), ma secondo Reich, anche l’universo sarebbe pervaso dallo stesso tipo di energia ed il libero fluire dell’energia orgastica individuale resa difficoltosa da una società repressiva, non è benefica solo per l’uomo singolo ma anche per il cosmo.
Esiste una identità funzionale tra la nostra psiche ed il nostro corpo; con questo assunto, basato sull’approfondimento della sua esperienza clinica, Reich compie un passo fondamentale verso la psicologia olistica, che concepisce in maniera unitaria e correlata ogni funzione dell’essere umano. L’essere umano è infatti: unità nella molteplicità.
Viene così sanata finalmente la storica frattura tra corpo e mente che ha condizionato enormemente lo sviluppo della psicologia dell’uomo, di differenti approcci clinici alle problematiche dell’uomo e quindi, l’approccio metodologico e filosofico inerente l’essere umano.
Basandosi sulla scoperta della identità funzionale tra corpo, emozioni e carattere, Reich sviluppò una metodologia psicoterapeutica non più schiavizzata dall’esclusività della dimensione verbale e cognitiva ma che include anche l’espressione emotiva, la dimensione del contatto tra terapeuta e paziente, la respirazione e la percezione corporea.
Con il procedere della sua esperienza, Reich diede un altro contributo alla pratica clinica individuando nel corpo, sette livelli, che possono essere considerati come degli anelli o metameri, ognuno con un suo linguaggio ed una sua funzionalità nello sviluppo dell’individuo. E’ proprio grazie all’esistenza di questi livelli, ognuno dei quali integra in sé l’aspetto muscolare, emozionale ed energetico, che è possibile leggere sul corpo, la storia dell’individuo e comprendere a quale livello, la sua energia vitale è maggiormente paralizzata.
I segmenti dell’armatura con rispettiva struttura caratteriale
Vediamo allora quali sono, secondo Reich, questi sette livelli ed il loro significato di base, preannunciando che ad ognuno di questi livelli, potrà corrispondere un blocco emotivo, che darà luogo ad una determinata tipologia di struttura caratteriale.
Livello degli occhi
Gli occhi costituiscono il fondamento del nostro primo contatto con la realtà infatti, non a caso, l’altro modo per definire l’atto della nascita è: “vedere la luce”. E’ con gli occhi che avviene il primo contatto con la realtà. E’ utile però considerare che non necessariamente all’atto del guardare, corrisponde l’atto del vedere. Infatti, soltanto guardando una persona negli occhi, possiamo comprendere il livello della sua coscienza, della profondità, lucidità e chiarezza.
Negli occhi c’è un vero e proprio mondo emozionale; essi possono essere spaventati, vuoti, opachi, assenti ed impenetrabili, oppure penetranti, inquietanti. O ancora, gli occhi possono essere luminosi, profondi oppure attoniti, quieti. In certe persone, gli occhi sono sfuggenti, fissi, cattivi, agitati oppure sognanti, smarriti. In altre, accesi e sereni e buoni, attenti al mondo circostante, talvolta essi ci appaiono anche maliziosi.
Negli occhi si rivela l’essenza stessa di un uomo e la sua indole, il tipo di relazione che egli ha con se stesso e con il mondo, la sua presenza a se stesso ed al mondo. In base alla teoria e terapia di Reich, nella quale la coscienza ha un ruolo fondamentale, non a caso è in uso dire che “essere negli occhi significa esserci”.
Livello della bocca
Sono compresi le labbra, i denti e la mandibola. Essendo la bocca collegata alla fase dell’allattamento e dello svezzamento, il secondo livello esprime tematiche orali, alle quali sono connesse il rapporto con l’affettività e le tematiche del bisogno e della dipendenza.
A questo secondo livello è presente la mandibola con grande capacità di serrarsi e di bloccare le emozioni. La mandibola ed il mento possono trattenere e tenere bloccate, grandi cariche di rabbia. Se la bocca di una persona non vuole aprirsi, ciò, con grande chiarezza, esprime sfiducia, la paura di venire invasi ed il rifiuto a far entrare chiunque.
Livello del collo comprendente anche l’interno della gola
Dobbiamo sempre considerare che ogni livello sfuma in quello successivo. Ciò è particolarmente evidente con la gola, posta al confine tra il secondo e il terzo. A questo livello si esprimono le tematiche narcisistiche, la percezione del proprio io e dell’immagine di sé, da portare nel mondo. Tanto andare a testa alta che a testa bassa, non sono che due atteggiamenti opposti di sé che si declinano grazie alla postura del collo. Nel collo è presente la rigidità cioè la paura di lasciarsi andare.
Livello della gola ha una importanza fondamentale perché la gola è come una chiusura lampo che ci consente di bloccare l’accesso alle nostre emozioni più profonde, quelle che salgono direttamente dal nostro cuore. In tal senso la gola, là dove sono trattenute emozioni troppe forti, può trasformarsi in una vera e propria barriera che separa la testa dal resto del corpo. Così il nostro cuore e la nostra testa, alla fine smettono di comunicare. E’ ciò che si definisce abitualmente come soffocare le emozioni.
Livello del torace
Se ne comprende l’importanza pensando che a tale livello c’è il cuore che è l’organo che pompa la vita e che rappresenta la porta d’ingresso della nostra identità essenziale. Le tematiche legate a questo livello sono vastissime.
Pensiamo che è qui che ci sono anche le spalle, sulle quali talvolta come in chi le ha curve, si portano troppi pesi oppure si esprime un forte senso di rassegnazione a situazioni vissute come insopportabili ed immodificabili, ma talvolta sono curve anche perché la persona crede di poter portare qualsiasi peso. Le scapole serrate possono esprimere rabbia e paura,
L’aspetto fondamentale di questo livello è la tematica del respiro. E’ qui che si trovano i nostri polmoni ed quindi qui che trova il centro del rapporto con l’energia vitale. Il torace può essere in molti modi diversi: gonfio ed incapace di arrendersi, rilassarsi nell’espirazione o al contrario, essere scarico e depresso, con poca energia, incapace di inspirare e di prendere, cioè di riempirsi.
Il cuore è il luogo di profondissime emozioni da esplorare, “imprigionate” e negate oppure congelate. Troviamo sempre a questo livello, le braccia e le mani connesse ai temi del toccare ed accarezzare, del prendere e del lasciare.
Livello del diaframma
Dipende da esso tutta la respirazione, è proprio bloccando il respiro che ogni tipo di emozione viene controllata e repressa. Il diaframma è la principale chiusura lampo per spezzare il nostro corpo in due. Così, il diaframma separa la parte istintuale dal cuore, bloccando in sinergia con la gola, qualsiasi impulso e sentimento, ogni tipo intensità del nostro sentire, qualsiasi possibilità di accesso al piacere.
Il blocco del diaframma presente in tutti noi, anche se a livelli differenti nella cultura occidentale, impedisce anche di far arrivare energia ai genitali. Diminuisce così anche l’energia sessuale. Il diaframma è il centro del rapporto con l’energia vitale e con la nostra vitalità.
Livello della pancia
E’ il luogo delle emozioni viscerali e la sede di numerosi organi: milza, fegato, pancreas, stomaco. Quanti ormai riescono ancora a sentire con la pancia? Sicuramente pochissimi. Le tematiche connesse sono quelle della digestione e dell’assimilazione di cibo ed eventi, quindi anche il tema dell’ansia.
Nella pancia si trova l’ombelico al quale durante la vita intrauterina era collegato il cordone ombelicale. A questo livello si evidenziano tematiche quali quello della nausea e del rigetto; è il luogo della disperazione più profonda tanto che è proprio nella pancia che si può sentire la presenza di un “buco”, talvolta grande come una voragine, nella quale si può sentire di sprofondare.
Livello del bacino: comprendente genitali, gambe e piedi
L’intensità del piacere che possiamo sperimentare è legata alla quantità ed all’intensità di energia libidica che si scarica attraverso i genitali. Il blocco del bacino e delle pelvi limita ed a volte può impedire completamente questa scarica, agendo in modo sinergico al blocco degli altri livelli.
Nelle gambe poi troviamo anche il tema del radicamento, al quale sono connessi i temi della fiducia o sfiducia nella vita, quello della solidità, e dell’equilibrio, del contatto con la terra.
Nessuno di questi blocchi descrive, ovviamente, la complessità della nostra realtà umana. Né delle esperienze che noi viviamo quotidianamente. Tutti però offrono degli spunti per comprendere che spesso, dietro alla nostra difficoltà al cambiamento sta qualcosa che non passa dalla mente, ma parte dal corpo e poi arriva alla mente.